
Baceno, chiesa parrocchiale di S. Gaudenzio
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Edificio: Baceno, chiesa parrocchiale di S. GaudenzioLocalizzazione: Italia, Piemonte, Verbano-Cusio-Ossola, BacenoSituazione geografica: Val d’Ossola, valle AntigorioProvincia storica: OssolaContesto ambientale: A fianco di ravineHabitat: PaeseUbicazione: MontagnaAltitudine: 660 m
La chiesa parrocchiale di san Gaudenzio a Baceno, Monumento nazionale italiano, è un ampio edificio largo ca. 26 m, lungo ca. 40 m, alto ca. 16m, orientato nord-sud. La torre del campanile con quattro aperture a tutto sesto, alta ca. 31, è sormontata da una guglia che culmina a ca. 50m.
L'interno della chiesa è a pianta a croce latina, con cinque navate determinate da quattro file di colonne di pietra. La navata centrale è coperta con soffitto plafonato (era a cassettoni fino al 1825). Le due navate intermedie sono degli stretti corridoi con arco a tutto sesto mentre le navate esterne, più basse, sono costruite con volte a crociera. Il pavimento in lastroni di pietra segue il terreno e sale leggermente in direzione dell'altare maggiore; la roccia viva emerge nel transetto orientale. Oltre l'altare maggiore in fondo alla navata centrale, otto altari laterali sono eretti nella chiesa.
L'esistenza a Baceno di una cappella dedicata a san Gaudenzio appare in un atto di donazione dal vescovo di Novara, Gualberto (1032-1039), ai canonici della cattedrale (Bascapè, 1612, p. 334). La chiesa primitiva era un piccolo edificio romanico, lungo ca. 14m, largo ca. 9 m, alto ca. 12m, con aula rettangolare, orientato est-ovest. A causa della sua ubicazione su uno sperone roccioso al margine meridionale del paese e dell'esistenza nella sua vicinanza immediata di una torre (distrutta nel Settecento) è stato ipotizzato che fosse una cappella ad castrum (De Maurizi, 1927, p.92; Bettinelli, 1957, p. 77; Bertamini, 1989, p. 131-132). È probabile che Baceno divenne parrocchia autonoma nel secolo XII o all'inizio del secolo XIII (De Maurizi, 1927, p. 92; Bettinelli, 1957, p. 12; Bertamini, 1989, p. 133). Dall'inventario del 1618 (ASDN, inventario Taverna) si apprende che la chiesa era collocata "appresso la strada", probabilmente la strada che portava da Domodossola ai passi alpini verso il Vallese, l'alta vallata del Rodano e il val Bedretto in Svizzera.
La chiesa fu ingrandita in due fasi principali nel senso sud-nord; l'ultima fase è databile della fine del secolo XV o la prima parte del secolo XVI (vedasi infra). L'evoluzione architettonica dalla chiesa romanica primitiva all'attuale chiesa a cinque navate è illustrata sulla pianta Baceno.
Una prima ristrutturazione fu l'aggiunta di una piccola appendice sulla facciata della cappella primitiva: sia una cappella dedicata alla Beata Vergine Maria o un portichetto per riparare l'entrata dalle intemperie (Bertamini, 1989, p. 134-138) (n°3 della pianta). Si osservano sul muro esterno ovest, i resti di un affresco a forma di lunetta (Madonna col Bambino e Santa Caterina d'Alessandria) ricoperto in parte da questa struttura (vedasi VE-I-VO-1005 e I-VCO-1009). L'affresco databile al secolo XIV per lo stile farebbe risalire l'appendice non prima di questo secolo.
Il primo ingrandimento notevole fu fatto nella direzione sud-nord a causa dell'esiguità dello sperone nel senso est-ovest; la larghezza della nuova chiesa corrispondeva alle tre navate centrali attuali, segnata dai due pilastri visibili sulla facciata (n°4). La cappella primitiva divenne transetto. Certi hanno ipotizzato che dopo questo ingrandimento la chiesa fosse a navata unica e che le file di colonne centrali fossero state erette più tardi per sostenere il peso del tetto di piode. Date molto discordanti sono state proposte per il compimento di questa fase: secoli XII-XIII per certi; ultimi decenni del secolo XV per altri. L'affresco di san Bartolomeo sulla seconda colonna ad ovest della navata centrale, datato 1501, conferma una ristrutturazione anteriore all'inizio del XVI secolo.
Con l'aggiunta delle due navate esterne, l'edificio raggiunse le dimensioni della chiesa attuale (all'eccezione del coro costruito più tardi). L'appendice aggiunta sulla facciata della chiesa primitiva fu inserita nel nuovo edificio, in testa alla navata occidentale e divenne la cappella della Beata Vergine Maria (poi cappella del Rosario alla fine del secolo XVI, dopo l'istituzione di questa Società a Baceno nel 1579) (n°5). Anche per questo ingrandimento le date proposte sono discordanti: verso gli ultimi decenni del secolo XV o verso il terzo/quarto decennio del secolo XVI. La data 1509 scoperta nel 2000 durante il restauro del primo pilastro est farebbe risalire l'ingrandimento anteriormente a questa data. Ne da conferma indiretta l'esecuzione verso il 1515 del vasto ciclo di affreschi che decorano il presbiterio e la cappella del Rosario.
Altre costruzioni furono aggiunte ulteriormente: cappella della Confraternita sul lato occidentale (1628), abside esagonale (1702) e nuova sacrestia a sud , cappella di santa Vittoria nella parete occidentale (1715) (n°6 e n°7).
Sopra l'architrave in pietra della porta principale sono incise parole in latino, parzialmente ricoperte dal protiro: "HOC... VM OP' HU' ECCLEIE SCT.....DETII /FCT ... ANO DOI CVR MCCCCCV DLT...RTII" cosi estrapolato: HOC NOVUM OPUS HUIUS ECCLESIE SANCTI GAUDENTII FACTUM ANNO DOMINI CURRENTI MCCCCCV ULTIMO MARTII (Errera, 1908, p. 37, De Maurizi, 1927, p. 95; Bettinelli, 1957, p. 15; Bertamini, 1989, p. 139-140), ma non è chiaro a quale parte della chiesa si riferisce: chiesa a cinque navate, porta d'entrata, rosone?
Gli affreschi più antichi della parrocchiale di Baceno, essenzialmente immagini di devozione, sono d'autori anonimi.
Al contrario la maggior parte della decorazione pittorica del presbiterio, del braccio orientale del transetto e della cappella del Rosario si può attribuire a due botteghe che operarono a Baceno, l'una verso il 1515, l'altra verso il 1542.
- Fratelli Cagnola e bottega
Ai fratelli Cagnola (Giovanni, Francesco, Sperindio) è attribuita la decorazione della volta del presbiterio (all'eccezione dell'immagine di Dio Padre della Maiestas Domini, più antica), dell'arco maggiore con i Profeti, degli archi laterali con le Sibille. A loro è anche attribuito il ciclo della vita della Vergine nella cappella del Rosario (I-VCO-1046 a 1049, I-VCO-1052, 1053, 1056) e due immagini della Vergine con Gesù Bambino, una sulla parete sud del presbiterio (I-VCO-1041), l'altra sul pilastro a sinistra dell'entrata della cappella del Rosario (I-VCO-1059). Verosimile anche l'attribuzione del san Gaudenzio sulla colonna a destra del presbiterio (I-VCO-1061).
Queste attribuzioni sono basate su considerazioni stilistiche e sulla ricorrenza di modelli che si ritrovano in molte chiese del novarese e nella vicinanza immediata di Baceno in cappelle erette o decorate dopo la peste del 1513 (Capis, 1968, 2a ed., p. 115-116): a Premia: cappella della Brenza con affresco datato 1515 e cappella della Motta, oratorio di santa Lucia di Uriezzo; a Crodo: canonica, oratorio di san Giovanni Battista con affresco datato 1515; a Montecrestese: oratorio di Viganale con affresco datato 1516 e firmato Francesco Cagnola.
- Antonio Zanetti detto il Bugnate e bottega
Lo Zanetti (detto il Bugnate) è l'autore della Crocefissione del presbiterio, firmata e datata 1542.
A lui vanno attribuiti il grande san Cristoforo dipinto sulla facciata della chiesa, datato 1542 e nel presbiterio l'immagine di Adamo ed Eva e il Drago dell'Apocalisse (Errera, 1908, p. 58 e 62; De Maurizi, 1927, p. 96; Bettinelli, 1957, p. 32 e 42; Venturoli, 1987, p. 259-260; Massara, 1997, p.22). Il Bertamini (2004, p. 8) nega l'attribuzione del Adamo ed Eva che assegna a Sperindio Cagnola.
Il Venturoli (1987, p. 259-260) attribuisce anche allo Zanetti l'intera decorazione del transetto orientale (all'eccezione del sant'Antonio databile del secolo XV). È generalmente ammessa la sua paternità per la Conversione di san Paolo (vedasi bibliografia sopra). Più riservata sull' attribuzione degli affreschi del transetto est, la Chironi (1982, p. 39, 1988, p. 118-119) riconosce la mano del maestro nel san Rocco dipinto su un pilastro e attribuisce gli altri affreschi ad un allievo o un aiuto dello Zanetti.
Nelle visite pastorali si nota che l'altare della Vergine Maria, mutato in altare del Rosario alla fine del secolo XVI, fu eretto "ex devotione populi". Inoltre, in alto della parete esterna all'entrata della cappella si nota lo stemma della valle Antigorio e più avanti in una campata della navata ovest si osservano lo stemma della valle Antigorio assieme agli stemmi delle famiglie nobili di Baceno e della Valle. Pare ragionevole attribuire la committenza della decorazione della cappella del Rosario alla communità di Baceno e dintorni inclusa la signoria locale (all'eccezione delle immagini di devozione più antiche).
Essendo la volta del presbiterio stata affrescata alla stessa epoca, dalla stessa bottega, si può ipotizzare che fosse anche stata decorata per la volontà della communità. (all'eccezione della figura di Dio Padre più antica). Nella Crocefissione, secondo la tradizione i due personnaggi a cavallo a sinistra dell'immagine sarebbero i fratelli Gaspare e Baldassare De Rodis-Baceno, ritenuti committenti dell'affresco; nessun documento autentifica questa versione.
Per quanto riguarda la navata orientale, pare ragionevole attribuire la committenza delle scene della storia di san Paolo e san Pietro alla Compagnia degli uomini di Premia a Roma (vedasi schede I-VCO-1070 e I-VCO-1076).
ASDN, I, A. V. 1571, vescovo Serbelloni , t. 3, ff. 77v - 80r
ASDN, I, A. V. 1582, vescovo Bossi, t. 6, ff. 194r - 197v
ASDN, I, A. V. 1592, vescovo Ponzoni , t. 18, ff. 81r - 85r
ASDN, I, A. V. 1593, vescovo Bascapè, t. 18, ff. 256v - 258v (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1596, vescovo Bascapè, t. 46, ff. 95r - 111v
ASDN, I, A. V. 1596, vescovo Bascapè, t. 46, ff. 177r - 185v (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1603, vescovo Bascapè, t. 62, ff. 49r - 51v
ASDN, I, A. V. 1603, vescovo Bascapè, t. 62, ff. 88r - 90v (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1616, vescovo Taverna, t. 68, ff. 275r - 286v
ASDN, I, A. V. 1616, vescovo Taverna, t. 68, ff. 369r - 374v (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1627, vescovo Volpi, t. 108, ff. 70r - 86v
ASDN, I, A. V. 1627, vescovo Volpi, t. 108, ff. 247r - 251v (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1641, vescovo Tornielli, t. 132, ff. 96r - 106v
ASDN, I, A. V. 1641, vescovo Tornielli, t. 132, ff. 243r - 247v (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1658, vescovo Odescalchi, t. 159, ff. 203r - 213r
ASDN, I, A. V. 1658, vescovo Odescalchi, t. 159, ff. 385r - 405r (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1690, vescovo Visconti, t. 202, ff. 61r - 66v
ASDN, I, A. V. 1690, vescovo Visconti, t. 202, ff. 245r - 266r (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1702, vescovo Visconti, t. 233, ff. 114r - 119v
ASDN, I, A. V. 1702, vescovo Visconti, t.233, ff. 147r - 157r (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1762, vesc.Balbis Bertone, t. 333, ff. 268r e seg.
ASDN, I, A. V. 1762, vesc.Balbis Bertone, t. 333 ff. 364r e seg. (Descrizione della chiesa)
ASDN, I, A. V. 1780, vesc.Balbis Bertone, t. 355, ff. 320r - 325r
ASDN, I, A. V. 1780, vesc. Balbis Bertone, t. 355, ff. 374r - 375r (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1822, vescovo Morozzo, t. 401, ff. 123r - 132v
ASDN, I, A. V. 1822, vescovo Morozzo, t. 401, ff.133r-134v (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1846, vescovo Gentile ASDN, I, AV - t. 428, senza numero
ASDN, I, A. V. 1846, vescovo Gentile ASDN, I, AV - t. 428, senza numero (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1880, vescovo Eula, t. 450, senza numero (Risposte ai quesiti proposti da S. E. R.ma Monsig. Stanislao Eula per la sua prima visita pastorale nel anno 1879)
ASDN, I, A. V. 1880, vescovo Eula, t. 450, senza numero (Ordini)
ASDN, I, A. V. 1618, Inventario Taverna, Parrocchia di Baceno-1
ASDN, I, A. V. 1793, 1800 (ca.) Fondo Frasconi: Carlo Francesco Frasconi, "Canonicati, Prebende, Anniversarij e Date del Capitolo Novarese" et "Collegiate, Parrochie, Capellanie e Chiese della Città e Diocesi di Novara"
ASDN, Libri della Mensa Vescovile, Stato antico de' redditi della Mensa vescovile di Novara ricavato da libri Mastri dall'anno 1518 sino all' anno 1550 e 1555 a tempi del fu' Sig.e e Card.e di Ferrara Ippolito d'Este, Vescovo di Novara, e conte, anno 1528, numero 5, f. 161r.
Fornara Francesco, lettera datata 14 giugno 1926 (copia in archivio parrocchiale).
Bascapè Carlo, "Novaria seu de Ecclesia Novariensi", 1a ed. 1612 (tradotto in italiano da Ravizza Giuseppe "La Novara sacra del venerabile Bascapè", Novara, Merati, 1878).
Capis Giovanni, Memorie della corte di Matarella, ossia del Borgo di Domodossola e sua giuridizione, 2a ed., Domodossola, Libreria Giovannacci, 1968 (1a ed. nel 1673 di un manoscritto dell' inizio del Seicento).
Errera, 1908, p. 35-65; p. 69
De Maurizi, 1927, p. 93-99
Bettinelli, 1957
Bertamini, 1977, p. 43
Mazzilli, 1980, p. 264-265
Chironi, 1982, p. 37-40
Zanetta, 1982, p. 57-60
Venturoli, 1987, p. 254-260
Chironi Temporelli, 1988, p. 95-124
Bianchetti, 1988, p. 66, nota 5, p. 75, p. 82
Bertamini, 1989, p. 129-152
Massara, 1997
Pesavento, 2003